pensione di reversibilità
Notizie

Pensione di reversibilità, ecco come funziona

Ai figli e al coniuge. Ma anche se divorziato? La pensione di reversibilità è una pratica delicata, che sarebbe meglio affidare a esperti.

  • Lavoratore o pensionato. I requisiti per la pensione di reversibilità.
  • Coniuge, figli ma anche fratelli: a chi spetta la pratica.
  • Grazie alla collaborazione con Epaca, noi di Onoranze Funebri Zanella garantiamo un servizio a 360 gradi.

Una pratica non banale

Al coniuge e ai figli. Ma vale anche in caso di divorzio? Le pratiche per ottenere la pensione di reversibilità non sono assolutamente qualcosa di banale o scontato. Al contrario, spesso richiedono la supervisione di occhi esperti. Per capirne di più, è il caso di andare a vedere in cosa consiste la pratica, scambiando due parole con specialisti del settore.

Requisiti per la pensione di reversibilità

La pensione di reversibilità è una prestazione, erogata dall’Inps, che spetta ai familiari di un lavoratore o pensionato deceduto. Nel caso si tratti di un lavoratore, si parla di pensione indiretta. È possibile riceverla solamente nel caso in cui il defunto:

  • era titolare di una pensione diretta;
  • aveva maturato 15 anni di contributi in tutta la vita lavorativa;
  • aveva maturato 5 anni di contributi, di cui 3 nell’ultimo quinquennio.

La prestazione viene calcolata in base alla percentuale della pensione già liquidata o che sarebbe spettata al lavoratore. Ma non solo. Per il conteggio, bisogna tenere conto del rapporto di parentela. La pensione di reversibilità non dev’essere confusa con l’assegno di vedovanza, che è un altro tipo di prestazione.

Chi può richiedere la prestazione

A chi spetta la pensione di reversibilità? Al coniuge, che ha diritto a ricevere il 60% della somma. Inoltre, hanno diritto a ricevere la prestazione anche:

  • i figli minorenni alla data del decesso;
  • i figli maggiorenni, ma inabili a qualunque lavoro;
  • i figli maggiorenni che studiano, a carico del genitore al momento del decesso.

Per ogni figlio a carico, al 60% che spetta al coniuge va aggiunto un 20%, per un massimo di 100. Inoltre, in assenza di figli o coniuge, genitori, fratelli e sorelle possono chiedere la pensione di reversibilità. Il coniuge divorziato ha anch’esso diritto alla prestazione, ma solo in alcune circostanze. Come spiega l’Inps¹, esso dev’essere titolare dell’assegno divorzile e non deve essere passato a nuove nozze. Inoltre, l’inizio del rapporto assicurativo del defunto deve essere anteriore alla data di scioglimento degli effetti civili del matrimonio.

Come si richiede la pensione di reversibilità?

Abbiamo visto i requisiti e a chi spetta di diritto. Ma come si fa a richiedere la pensione di reversibilità? Per rispondere al quesito, è meglio andare a farsi una chiacchierata con uno specialista del settore. Da anni, noi di Onoranze Funebri Zanella collaboriamo con Michele Vascon di EPACA. Quest’ultimo è un ente riconosciuto dallo stato, che ha il compito di assistere i cittadini per il conseguimento delle prestazioni previste da leggi o regolamenti. «La domanda per la pensione di reversibilità deve essere inoltrata all’Inps – spiega -, solamente per via telematica. Oltre alla domanda, noi di EPACA inviamo anche la richiesta dei ratei maturati di tredicesima. La cosa importante è che l’Inps paga sempre e solo su domanda».

Un team di professionisti a disposizione

Mai come nel delicato momento del dolore è fondamentale avere al proprio fianco un team di professionisti. Grazie a questa importante collaborazione, noi di Onoranze Funebri Zanella siamo in grado di offrire ai nostri clienti una prestazione a 360 gradi. «Siamo noi di EPACA a recarci direttamente alla casa funeraria – spiega Michele Vascon , su appuntamento. Solitamente, ciò avviene il lunedì pomeriggio, in un ufficio messoci a disposizione dall’agenzia funebre. Il nostro compito è quello di spiegare un po’ la situazione, e soprattutto indicare documenti di cui necessitiamo. Poi, tramite una delega, pensiamo a tutto noi, inoltrando la domanda all’Inps, che risponderà direttamente agli interessati. In una, al massimo due volte, riusciamo a sbrigare l’intera pratica. Nel portare avanti questo tipo di procedure – conclude -, è sempre meglio avere qualcuno al proprio fianco, onde evitare spiacevoli inconvenienti».

Lascia un commento